Con Linda e Luca ...: Video Posts

giovedì 5 gennaio 2012

Bambini

[Non ho foto oggi,
la pioggia di ieri offriva una luce
non adatta a fare fotografie.
Ho una storia però.]

Non voglio essere melodrammatico.
Ma ho avuto una infanzia difficile. Molto difficile.
Difficile nei fatti e psicologicamente.
Casomai lo racconterò una volta.

Una delle conseguenze di tale infanzia difficile
è che mi sento sempre molto vicino 
al modo di sentire e pensare di bambini e ragazzi.
E mi sento sempre che vale la pena di
fare di tutto per proteggerli,
per difenderli,
per farli crescere bene o meglio,
per fare emergere le loro idee.
Lo avverto fortissimamente adesso con Linda e Luca
ma lo avvertivo fortissimamente anche a scuola.

Ed è riguardo alla scuola che ho una storia,
o meglio, dei pensieri.

Sono pensieri che avevo scritto una volta 
in risposta ad un commento di Giovanni,
mio ex alunno.

Ecco qua:

Per fare la SkUoLa, dice Giovanni, ci vuole passione.
Forse, probabilmente, sicuramente.
Ma non solo.
C'è anche un fatto di pensieri.


Primo Pensiero.
Sprecato
Mi dicono spesso che sono sprecato e sovradimensionato.
Sprecato e sovradimensionato per insegnare nelle scuole medie.
In effetti ho una formazione ed un curriculum del tutto invidiabili che sicuramente, dal punto di vista tecnico, mi rendono sovradimensionato per insegnare a scuola, ma c'è un ma.
Ciò che ho studiato non l'ho studiato con lo scopo di insegnarlo, l'ho studiato perché mi andava.
Non ho studiato pensando che raccogliendo più titoli avrei insegnato a livelli più alti e magari guadagnato più soldi.
Ho sempre fatto ciò che mi interessava, ciò che mi attraeva (la laurea in matematica, il dottorato in matematica, la laurea in informatica, la specializzazione in informatica, la specializzazione in insegnamento secondario).
Mi dicono spesso: "tutti questi studi ed adesso insegni solo alle medie?".
Ed io non capisco. Che vuol dire "solo alle medie" ? che vuol dire "solo" ?
Rispondo che insegnare alle medie è più difficile e più importante di insegnare all'università.
Lo dico con cognizione di causa dal momento che vari anni ho insegnato all'univeristà.
Più difficile.
All'università è sufficiente conoscere il proprio settore e magari avere qualche capacità comunicativa:
si entra in aula, si racconta come meglio si crede l'argomento, ... alla fine si fa fare un esame e si dà un voto.
E' pieno il mondo di persone che si specializzano in un qualche settore e magari sanno anche trasmettere le proprie conoscenze tecniche.
Alle medie questo non basta lontanamente.
Più importante.
Ripeto, non capisco. Che vuol dire "solo alle medie" ? che vuol dire "solo" ?
Sono forse i ragazzi di 11-14 anni meno importanti di quelli di 20-25 ? Non credo.
Ad un ventenne che ha scelto di studiare chimica può andar bene un qualunque professore che gli racconta la chimica.
Ad un tredicenne che non ha scelto di fare 6 ore di matematica a settimana non va bene un qualunque professore che gli racconta (o, peggio ancora, gli impone) la matematica.

Ho dovuto scegliere tra andare all'estero per anni, sconvolgendo la mia vita e le mie relazioni, o rimanere qua in Italia a provare a far conoscere anche il lato ludico della matematica ai ragazzi. Ho scelto la seconda opzione che trovo più umana e più umanamente interessante.
Non sono sprecato, sono adatto.


Secondo Pensiero.
La matematica
Sono convinto che la matematica (come altre materie) è fatta da vari strati.
1 - Un involucro esterno (il contenitore): le regole, la manipolazione dei simboli, la memorizzazione.
2 - Un significato (il contenuto): i ragionamenti che giustificano le regole e l'uso di tali regole.
3 - Un senso (il contenuto umano). Il senso della matematica risiede per me nel suo raccontare alcuni aspetti degli uomini:
la fantasia, l'ostinazione, il fare insieme, l'intuizione, l'incredibile capacità umana di esplorare e creare mondi.

Per anni l'insegnamento della matematica si è concentrata sul punto 1, sull'involucro.
Ci si è poi resi conto che bisognava affiancare il punto 2, il contenuto, per dare un'idea più chiara agli studenti.
Io sono convinto che sia di fondamentale importanza dare peso anche al punto 3, gli aspetti umani della matematica.

Solo, e giustamente, quando la matematica diventa umana può attivare l'interesse.



Terzo Pensiero, il più importante.
Il Mostro
La classe è un mostro. La classe si muove, respira, si agita, chiede, esige, si arrabbia, si calma, si gira, si rigira, si contorce, accetta, si rifiuta, si divincola, ... e poi ancora: la classe pensa, intuisce, approva, disapprova, lavora, ride, ascolta, scopre, dice di si, dice di no.
La classe è un mostro strano, con molte teste, con molte bocche, con molte braccia.
La classe è un mostro strano; se lo liberate può fare cose strane.

Io penso: la classe è un mostro strano ma bello ed intelligente; non ho paura a dargli spazio.

Quindi, Giovanni, passione si ma, io credo, anche pensieri.


[Ho ridotto al minimo quello che volevo dire per non essere ancora più lungo.]

_________________________

Un video come quello delle mani
nasce anche da questi pensieri.
E' questo e quanto volevo aggiungere riguardo al video
(il quale nel frattempo ha superato le 1000 visualizzazioni).



Tornerò a parlare del "mostro".
Ne avevamo parlato anche in classe con la Prima F.
La classe come mostro.
Il bambino come mostro.
C'è chi lo teme questo mostro ...


guzman.

Sto selezionando le foto più artistiche,
eccone altre:

foto del 20 novembre


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