Con Linda e Luca ...: Video Posts

giovedì 27 dicembre 2012

Gesti

Oltre a tante parole, Luca e Linda stanno imparando tanti gesti, anche inventati.
Gesti per descrivere animali, oggetti, ecc.
Il titolo del post di ieri, "pedala pedala", si riferisce al gesto
che hanno imparato per indicare la bicicletta.

Oggi, invece, abbiamo di nuovo nuove foto.
Foto di allegria dentro a una grande cassapanca con le ruote.
Gli piace starci dentro a giocare e gli piace spingerla.





Pedala, pedala ...

Non so.
"E' difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già".

Le cose ed i fatti si ammucchiano e si confondono.
Le cose dette e non dette.
Le cose fatte e rifatte.

Le cose si ammucchiano e confondono come avviene in casa
con Luca e Linda.
Ma mi è sempre sembrato di cogliere che c'è un ordine
nel disordine che Luca e Linda creano, almeno per loro.
 Ed allora cerchiamo di dare un ordine a questo post.

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Abbiamo fatto un anno di impegno estremo, quasi sovraumano.
Abbiamo dato tutto quello che potevamo.
E sembrava che stavamo andando bene.

Poi sono arrivate le crisi.
Per tanti motivi, tutti validi e profondi.
Il malessere di Linda. Il mio passato. Il passato di Maria Carla.
E tutto si confondeva, e non si capiva qual'era l'origine e la causa prima delle crisi.

Abbiamo provato a tenere duro.
Ma non è stato possibile.
Sono arrivate crisi ancora più dure.

Ho scritto meno.
Non riuscivo ad essere lucido.
Le poche energie cercavo di usarle per Luca e Linda
ed in ogni caso sentivo che dovevo rendere conto solo a loro.
Sentivo anche, e questa è stata forse la salvezza,
che le crisi stesse le affrontavamo per il bene di Luca e Linda,
per non portarci per sempre con noi scheletri e fantasmi del passato
nascosti negli armadi e sotto i tappeti.
Era l'ultima occasione di liberarsi di fardelli enormi.

Non ho mai apprezzato chi evita le crisi
e risolve i problemi con l'annullamento.
E' facile annullare i problemi umani perché tanto non si toccano,
ma non è annullandoli che si risolvono. Anzi, annullandoli crescono.
Come bambini non ascoltati che si ammalano di più.

Così, volenti o nolenti, le crisi sono arrivate, sono durate
e ci hanno sbattuti come scialuppa in tempesta.

Non era più chiaro se sarebbero finite, e come.

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Ma poi da sole le cose si sono calmate
ed hanno preso forma e senso.

Due sono i pensieri possibili riguardo agli esseri umani:
uno che dice che gli esseri umani nascono sani e vitali,
l'altro che dice che il dentro degli esseri umani è un covo di mostri
pronti a divorare, distruggere, uccidere, confondere e fare del male a tutti.

Se si crede al secondo pensiero, se si teme il dentro mostruoso degli uomini,
l'unica soluzione difronte ai problemi umani e contenere i problemi stessi
e autocontrollarsi. Impossibile pensare ad una cura, ad una trasformazione,
alla possiblità di trovare dentro di se la soluzione ed il buono.

Se si crede al primo pensiero, ossia che gli esseri umani nascono sani e vitali,
allora difronte ai problemi umani è possibile pensare alla cura ed alla guarigione:
affrontando il problema e lasciando emergere il dentro profondo
dovrebbe tornare la calma e la vitalità spontanea.

Non è cosi facile, ci vogliono anni se non decenni talvolta.
Ma è possibile.

Solo oggi mi sono reso conto che il significato vero delle crisi passate
era quello di fidarsi fino in fondo di se stessi
e vedere dove si andava a finire: distruzione o guarigione.

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La verità è che l'ho sempre saputo
ma non riuscivo più a trovarne conferma:
la natura umana e spontaneamente vivace e vitale,
se solo la si lascia emergere senza contenimenti.

I bimbi mi hanno costretto ad una prova di coraggio estrema.
Mi sono messo a nudo in questo blog.
Ho raccontato di me.
Ho fatto le cose senza più sapere.Ho camminato alla ceca, come piace tanto a Luca quando andiamo nelle cantine buie.

Ho cercato le radici profonde del malessere.
Per estirparle.

Adesso so di esserci riuscito.
Non sono parole vuote.

So di esserci riuscito.
 
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Le crisi rappresentavano il coraggio di andare a vedere
se è vero che ci sono solo mostri.
Di andare a vedere cosa sono questi mostri quando ci sono.
E li ho visti. Li ho stuzzicati.
Si sono arrabbiati.
Li ho stuzzicati ancora.
Hanno mostrato denti di odio.
E li ho stuzzicati ancora ...
... e mi hanno detto con voce spettrale che oltre a loro c'era solo il vuoto e il nulla.

Ed io sono stato nel nulla ad aspettare.
Ad aspettare me stesso.
Il me stesso di quando ero bambino.
Il me stesso di quando ero sano.
Il me stesso di qunado ero buono.

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Non ho visto arrivare nessuno.
Per parecchio tempo.

Ma poi, piano piano,
mi sono reso conto che non c'era nessuno da aspettare
e che non c'era nessuno a cui rendere conto.

Quel ragazzino buono che ero,
sono di nuovo io.

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Ci vorrà forse del tempo,
perché tutto si assesti.
Ma l'immagine antica della sanità e della vitalità
è ritornata a farsi sentire spontaneamente nei gesti e, soprattutto, nei sogni.

E non c'è cosa più bella che sentire
il proprio io che ti racconta belle storie nei sogni.







Appunti 36.

Massimo Fagioli.
Noi sarei mai riuscito a tenere una rotta in tutti questi anni
se non fosse stato per la prassi, la cura, gli scritti e le parole dello psichiatra Massimo Fagioli.
Non voglio entrare qui nella discussione di chi è e cosa fa Massimo Fagioli.
Il mio pensiero è che è uno psichiatra geniale che ha dato nascita
ad una psichiatria non fallimentare che si rapporta
con precisione con la realtà interna degli esseri umani.
A chi interessa segnalo il suo libro "Bambino, donna e trasformazione dell'uomo".

Pochi spazi per i bimbi.
Nelle città ci sono pochi spazi pensati per i bimbi.
Specialmente per l'inverno e per i giorni di pioggia.
Ci sono i parchi per l'estate e per l'inverno quando non piove
ma nelle giornate piovose invernali è difficile andare da qualche parte.
Ad essere onesti Firenze è fortunata ed alcuni spazi ce li ha:
qualche ludoteca e biblioteca aperta anche a bimbi piccoli
ma si tratta comunque di spazi rari.
Quando proprio non sappiamo cosa fare io e Maria Carla
portiamo Linda e Luca in qualche grande negozio
e li sguinzagliamo per terra a gattonare, liberi di fare quello che vogliono.
Dopo che hanno fatto abbastanza casino e si sono divertiti a sufficienza
ce ne andiamo lasciando i danni dietro di noi.
Abbiamo rotto qualche tazza e qualche libro all'Upim
e qualche altro libro alla libreria Edison (che adesso ha chiuso).

Credo che se gli spazi per bimbi, bambini, ragazzi, adolescenti,
sono pochi nelle città, è perché c'è poco investimento su di loro
e soprattuto poco interesse ed investimento sulla socialità.

Pochi no.
Con i bambini cerchiamo di ridurre al minimo i "no" che imponiamo.
I cassetti della cucina: No, perché ci sono cose pericolose e ci si può fare male.
La ringhiera della scale: No, perché si può cadere di sotto e ci si fa tanto male.
Gli occhiali del babbo: No, perché sono delicati e costano tanto.
Questi sono i No che imponiamo. Nessun altro.Il resto delle cose si può fare più o meno tutto.
Magari uno sta attento che non prendano una forchetta o un coltello
però non gli impediamo di prendere il piatto della pappa e ficcarci la faccia dentro.

Il risultato di questo approccio, suggerito dai migliori dottori,
è che i bimbi si fidano e sono in generale ben disposti ad ascoltarci
perché non ci vedono come limitanti ma anzi come fonte di occasioni di crescita.

Un paio di mesi fa Luca e Linda insistevano per toccare le lampadine accese.
Io ho provato a dire: no, brucia.
Ma l'effetto era di maggior interesse.
Alla fine ho lasciato che Luca e Linda toccassero la lampadina accesa:
si sono bruciati (appena) ed hanno pianto.
Ho temuto che avrebbero perso la fiducia:
al contrario, hanno aumentato la fiducia nei confronti degli adulti,
hanno imparato che le lampadine accese bruciano,
hanno imparato la parola "brucia"
ed adesso chiedono sempre prima di toccare qualcosa perché non vogliono bruciarsi.

[Proprio oggi sia Luca che Linda hanno imparato
che anche le lampadine spente possono bruciare
perchè hanno voluto toccare una lampadina subito dopo che l'avevano spenta].


Un anno a tenere duro.
Un anno a tenere duro.
Adesso so che era utile.
Abbiamo fatto ogni genere di sforzo in quest'anno.
Ed in certi momenti non era più chiaro se tutto questo era stato utile.
Adesso mi è chiara una cosa:
non so quanti dei nostri sforzi sono stati utili a Linda e Luca,
ma so che tutti quegli sforzi sono stati utili a me ed a Maria Carla
perché adesso il ricordo di quanto fatto
ci da la fierezza, la forza e la sicurezza di averci provato fino in fondo.

Poi, penso, molte delle cose fatte assumeranno significato anche in quello
che Linda e Luca sono
ed avverto che già lo stanno assumendo.






sabato 22 dicembre 2012

Nuove foto

Ok ... nuove foto.








 

 Altre foto di oggi


martedì 18 dicembre 2012

Il linguaggio

Il linguaggio naturale degli esseri umani è strano.
E' mostruosamente complesso e per questo bello.
E' intimamente connesso con la realtà
ed allo stesso tempo estremamente astratto nella sua natura.
Il linguaggio degli esseri umani è spesso ambiguo e non preciso.
Ci sono oggetti che hanno più nomi, oggetti senza nome, parole senza oggetto,
parole che indicano molti oggetti diversi,
parole che indicano un oggetto ma vengono usate per un altro oggetto,
parole che suonano uguali ad altre parole,
parole che non sono sinonimi ma sono spesso interscambiabili nell'uso,
parole che raffinano il senso di altre parole, …

Quando hai a che fare con dei bimbi che imparano il linguaggio
ti rendi conto di mille aspetti del linguaggio a cui non avevi pensato.
Dalle banalità, alle questioni di fondo.

Provate solo a pensare alla complessa intersezione di aree semantiche
tra le parole "bottone" (con due significati), "pulsante", "tasto", "interruttore"
ed al fatto che ci sono bottoni, pulsanti, tasti, interruttori
con decine di tipi di funzionamento.

E ad essere onesti è facile anche perdersi nella distinzione
tra oca, papera ed anatra. [Provate a dare le vostre definizioni se avete coraggio]

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Luca e Linda stanno imparando tantissime parole.
Specialmente con i libri, che gli piacciono tanto.

"Imparando" nel senso che le capiscono.
Per quanto riguarda invece il pronunciare
Linda dice "mamma" e "nanna".
Luca invece dice solo "questo qua",  … si, "questo qua" !
e lo dice a ragion veduta nel senso che risponde alle domande
indicando un oggetto e pronunciando chiaramente le parole "questo qua".
Non dice altro, ma "questo qua" lo dice mille volte al giorno.
Ha iniziato mesi fa dicendo "coio coio coio coio …" ed io avevo
la sensazione che volesse dire "questo questo …".
Poi è passato a dire "coti coti coti …".
Poi ha imparato "qua".
Ed inifine è arrivato a dire "questo qua" con chiarezza e convizione.

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Una questione che si pone spesso è quella delle parole più specifiche di altre:
davanti al disegno di un gabbiano uno può dire "uccello" oppure "gabbiano".
Hanno senso entrambe le parole e non mi è chiaro quale scelta abbia più senso
per i bimbi e per il loro apprendimento.
Spesso le diciamo entrambe: "è un gabbiano"… "è un uccello".
I bimbi sembrao orientarsi meglio con le parole più specifiche
perché in questo modo animali diversi hanno nomi diversi.

Si procede a tentoni …
Anche in questo caso mi piacerebbe saperne di più
ma è bellissimo anche sperimentare.

[Animali di cui conoscono il nome:
tigre, leone, gatto, cane, uccello, gabbiano, giraffa, elefante,
topo, gufo, lucertola, coccodrillo, pulcino, papera, tartaruga, pinguino,
piccione, mucca, pappagallo, chiocciola, rana, formica, coccinella,
serpente, scimmia, gallo … ed altre in maniera più sfumata.
Animali di cui provano a fare il verso:
cane, scimmia, gatto, mucca, elefante, leone e tigre, gufo, uccello, topo, serpente, gallo.
Specialmente Linda è appassionata dai versi degli animali.]

Oltre ad imparare parole sono in grado di capire frasi.
Mi sembra di cogliere alcune linee possibli di futuro sviluppo
nella loro comprensione del linguaggio.
1 - Specificazioni: "l'occhio di Linda", "l'occhio della mamma", "l'occhio del babbo" ...
(ed in effetti capiscono già molte di queste frasi).
2 - Imperativi di alcuni verbi: "prendi", "tieni", "sali", "lancia" ....
(ed in effetti capiscono già alcuni imperativi).
4 - Avverbi di posizione: sotto, sopra, dentro, fuori ...
(l'apprendimento di questi concetti sembra facilitato dall'interesse per le relazioni tra gli oggetti nello spazio, e si connette come dicevo in un post passato anche con la topologia).
3 - Alcune piccole frasi con preposizioni, "è nel cestino", "è sull'albero" ...
(ma per queste è ancora probabilmente presto).
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Devo dire tra l'altro che l'apprendimento del linguaggio
mi interessa più per gli aspetti logico-astratti a cui sottopone il pensiero dei bambini
che per gli aspetti di comunicazione.
Non sento la necessità di vederli parlare presto.
E' un mondo magico quello dei bambini quando ancora non parlano.
Ed è bello lasciare che duri quanto a loro va.
[Penso che dovrò riparlare di questo aspetto].

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[Oggi c'era il sole ed avevo la macchina fotografica.
Ma la batteria era scarica ... :( :) ]

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Per i curiosi: 1 2 3

lunedì 17 dicembre 2012

Oltre



Tutto cambia con i bambini.
E sembra cambiare lentamente.
Ma col passare dei mesi ci si rende conto che tutto cambia velocemente.

Linda e Luca non sono più bimbi.
Forse si può cominciare a chiamarli bambini.
Si comportano come bambini:
giocano, ridono, si arrabbiano, hanno i loro interessi,
hanno le loro fisse, ciascuno il suo carattere …

Hanno fatto un salto in avanti
sia nella capacità di gestire i movimenti
che nella capacità di comprendere il mondo
ed il linguaggio.

Ogni volta che ci penso mi sembra incredibile
come il cervello possa organizzarsi difronte alla quantità di stimoli casuali
a cui è sottoposto.
Come possa organizzarsi a capire le immagini
e poi i suoni, il linguaggio, il funzionamento degli oggetti,
il comportamento degli altri esseri viventi.
E' un processo davvero fantastico.

E con le loro trasformazioni e la loro crescita
i bambini costringono chi gli sta intorno
a trasformarsi anche lui.
In maniera anche forte
e totalmente irrazionale ed inconscia.

E' così che mi sono trovato ad affrontare
crisi grosse concernenti il mio passato:
infanzia, adolescenza.

Penso di esserne uscito.
E ne sono contento e vagamente fiero
almeno per quanto riguarda il coraggio
di aver provato ad affrontare queste crisi.

Ho fatto fatica a scrivere in questo periodo passato.
Sentivo che dovevo rendere conto solo a Luca e Linda.
Non volevo bloccare la crisi in corso.
Volevo che seguisse il suo corso naturale.
Ovunque mi avesse portato.




- Tutto cambia con i bambini.
E sembra cambiare lentamente.
Ma col passare dei mesi ci si rende conto che tutto cambia velocemente.
E' strano il rapporto con il tempo quando ci sono dei bimbi per casa.
Lo scorrere delle ore è scandito dai loro ritmi di poppate e sonno.
Lo scorrere dei mesi è scandito dai loro apprendimenti.
Lo scorrere degli anni (per quello che abbiamo potuto apprezzare finora)
è scandito dall'emergere di ricordi inconsci dell'anno prima.

Il fatto che i bimbi costringono ad un rapporto così stretto con il tempo
è frustrante, nel senso sano del termine, perché
costringe a non fare annullamenti.
Non si può far sparire un'ora, un giorno, un mese.
Tutti hanno un valore estremo.

Allo stesso tempo è bello e sorprendente
come i bambini sappiano gestire il loro tempo in maniera irrazionalmente intelligente:
magari stanno per minuti interi a guardare il cielo con un biscotto in mano …
eppure stanno crescendo ed imparando anche in quei momenti.

- Forse si può cominciare a chiamarli bambini.
Si comportano come bambini:
giocano, ridono, si arrabbiano, hanno i loro interessi,
hanno le loro fisse, ciascuno il suo carattere …
Linda è interessata da libri, peluches, arrampicate folli ed esercizi fisici …
proprio ieri ha fatto i suoi primi passi ed è stato emozionante.
Cosi, da sola, in maniera imprevista.

Luca è interessato da libri, meccanismi, natura, …
E' in grado di fare nessi ed associazioni che soprendono.

Luca è molto coccolone, ride di gusto e gli piace tanto mangiare.
Linda è testarda e decisa. Se non le riesce qualcosa si arrabbia.

- Hanno fatto un salto in avanti
sia nella capacità di gestire i movimenti
che nella capacità di comprendere il mondo
ed il linguaggio.
Camminano lungo i muri.
Spingono, stando in piedi, sedie ed altri oggetti.
Mettono e tolgono oggetti in contenitori.
Comprendono moltissime parole e frasi: faccio un solo esempio tra i tanti possibili;
entrambe capiscono la frase "accendi la luce"
e, quando l'interruttore non è troppo alto,
vanno fino all'interruttore e lo premono.

- Ogni volta che ci penso mi sembra incredibile
come il cervello possa organizzarsi difronte alla quantità di stimoli casuali
a cui è sottoposto.
I bambini imparano nel caos.
Pongono attenzione a una cosa e poi subito dopo a un’altra
ed allo stesso tempo sentono il rumore di una sirena che passa
e guardano con la coda dell’occhio dov’è la mamma
e ascoltano le parole del babbo nella stanza accanto.

La loro capacità di comprendere non finisce mai stupirmi.


[Sono stati giorni di pioggia.
E’ stato difficile fare foto.
Spero di tornare a farle presto.
Ma in ogni caso prometto di tornare a scrivere con regolarità.
Ho tanto da dire.]

domenica 16 dicembre 2012

I primi passi di Linda

Cosi.
Inatteso.
Arriva il momento.

Da sola.
Linda.
Fa i suoi primi passi.

In piedi, lascia il sostegno e muove i piedi.
Prima un piccolo passo.
Poi altri due o tre.
Poi una serie di passetti.

Linda sola che muove i suoi primi passi:
una musica piccola e bella.

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Tanto da dire.
Tanto da raccontare.
E' molto che non scrivo, mille motivi.
Qualcosa da capire ...

Penso di essere pronto a scrivere di nuovo.

ciao,
guzman.