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venerdì 3 febbraio 2012

Non penso più - Appunti 16.

Non penso più.
Non penso più.
Si, esatto, non penso più.
Eseguo e basta.
Quello che si deve fare, faccio.
A tutte le ore del giorno e della notte.
Preparo, pulisco, accudisco.
Non c'è tempo per pensare.
Non c'è tempo per fermarsi.
Non ci sono energie per pensare.
Meglio lasciarsi guidare dal corpo.

Oppure no.
Non è vero.
Penso più di prima.
Penso sempre.
Penso a tutte le ore del giorno e della notte.
Solo che penso in maniera diversa.
Lascio che sia il mio inconscio a pensare.
Lascio che i pensieri fluiscano liberamente.
Senza restrizioni razionali.
Senza paletti.
Senza impedimenti che ne aumentarebbero gli attriti.

Il pensare inconscio non consuma energie psichiche.
Le regala.
Il pensare inconscio è simile a quello dei bambini
in cui il movimento del corpo e ripercussione diretta
di pensieri fatti di immagini anzi che di parole.

Si, penso sempre.
Lascio che la mia mente vaghi.
Lascio che la mia mente si rinforzi.
Lascio che la mia mente guardi gli angoli
oscuri e le stanze soleggiate.
Nel vagare da sola
acquista sicurezza e fiducia.
E supera i suoi stessi momenti di crisi.
Non si vergogna dei suoi errori perché servono a crescere.
Non necessita di conferme perché le trova nel rapporto con il mondo.

Il pensare inconscio è simile a quello dei bimbi.
Senza inutili elucubrazioni razionalistiche.
Il pensare inconscio mi riporta alla mia infanzia felice
prima di ammalarmi.
Il pensare inconscio mi riporta al primo anno di vita
fatto di immagini senza parola
e di parole senza immagine.

Voglio lasciarmi trasportare da questo fiume di affetti e colori.

Non chiederci la parola.
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe
, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Non chiederci la parola (Eugenio Montale da Ossi di Seppia 1923)

Mi è capitato di reimbattermi di recente in questa poesia di Montale
e mi piaceva metterla qua. E' sempre bello Montale.

Crema pasticcera.
Immaginate di sopravvivere mangiando un kilo di crema pasticcera la giorno.
Un kilo di crema pasticcera al giorno e nient'altro.
Ed immaginate di andare avanti così per mesi o anni.
Oppure immaginate di vivere mangiando una bistecca di un kilo e mezzo ogni tre ore.
Si, una bistecca di un kilo e mezzo ogni tre ore.
Ed immaginate di andare avanti così per mesi o anni.

Ecco, questo è ciò che fanno i neonati.

Ho assaggiato il loro latte in polvere.
E' dolcissimo e stucchevole.
Sa davvero di crema pasticcera.
Ed i bimbi al momento ne mangiano quasi un kilo al giorno.
Un kilo di crema e nient'altro.

Ho fatto il conto.
Le loro poppate di 150grammi ogni tre ore ...
corrisponderebbero per noi
a mangiare una bistecca di un kilo e mezzo ...
ogni tre ore.

Chi vuole provare e libero di farlo.

Riconoscere gli orari. Ritmi circadiani.
E' sorprendente la capacità dei bimbi di riconoscere gli orari del giorno
e della notte e di cambiare comportamento a seconda dell'orario.
Dopo la poppata del mattino presto vogliono stare con me,
o per lo meno cosi li abbiamo abituati per lasciare a Maria Carla del tempo da sola.
Alla poppata successiva vogliono uscire di solito.
I momenti dopo le due poppate successive sono i più delicati
ed i bimbi si mostrano più irrequieti e fanno fatica dormire.
Di solito risolviamo in vario modo: bagno in vasca stile piscina,
oppure uscita in fascia, oppure giochi nella palestrina.
Le poppate dalle 6 del pomeriggio fino alle 4 di notte vengono riconosciute
come poppate notturne ed i bimbi assumono la modalità notturna
che è molto più tranquilla e gestibile. Si tratta di dedicare un po' di pazienza
e lasciare che si addormentino sopra al nostro letto ma in uno spazio da soli.
Più lavoro di organizzazione.
Via via che i bimbi crescono aumentano i tempi di organizzazione.
Ho meno tempo per scrivere
perché mi trovo a leggere, studiare e documentarmi in rete
sulle varie attività utili per i bimbi di questa età.
E siccome la rete è grande e le attività possibili sono moltissime
ci vuole parecchio tempo ... 
ma finalmente, se non altro, ho ritrovato la capacità di farlo.

In ogni caso, continuerò a scrivere.
Sento che è importantissimo.

Il Colombre 3


Hic sunt leones.
Qui ci sono i leoni.
Scrivevano i romani in corrispondenza di zone inesplorate.
E la frase non stava ad indicare una conoscenza precisa ma il fatto che non si sapeva cosa si trovasse in quelle zone sconosciute.

Lo sconosciuto, l'ignoto, il nuovo, l'inesplorato hanno spesso portato gli uomini a temere di trovarci mostri e belve.

Nelle terre sconosciute ci sono le belve.
Nei mari sconosciuti c'è il colombre.
Nei pensieri sconosciuti degli uomini ci sarebbero i mostri.

Non c'è nave che basti. Il colombre ti segue.
Non c'è arma che basti. Il colombre non muore.
Non c'è tecnica che basti per affrontare il colombre.

Anzi.
Più gli uomini fuggono dal colombre con velieri veloci e più che il colombre li segue.
Più gli uomini lo cacciano con funi ed arpioni e più che il colombre diventa forte.
Più gli uomini tentano di conquistare il mare sconosciuto con la scienza delle loro navi
e più che il mare diventa del colombre.

Ed il colombre resta solo.
Solo nell'immensità e nella profonodità del mare.
Solo con la sua perla, agli uomini sconosciuta.


Sconosciuta agli uomini perché non basta la scienza.
Non basta il calcolo ad affrontare il colombre.
Non basta il ragionamento.

Per affrontare il colombre serve il coraggio di non credere ai mostri.
Serve il coraggio di non credere che le zone sconosciute sono piene di leoni.
Serve il coraggio di ascoltare ciò che il colombre ha da dire.
Ed allora si scopre che il colombre porta con se qualcosa.

Il mare, immenso e profondo, appartiene a colui che avvista il colombre e non fugge.

La calma profonda, la certezza dei pensieri, l'intuito e la vitalità
appartengono a chi non teme il colombre.
A chi non teme i mostri dell'animo umano,
perché sa che i mostri dell'animo umano non esistono
e che, quando esistono, si possono affrontare.

Il colombre è un pesce di grandi dimensioni.
Spaventoso a vedersi.
Estremamente raro.
I naturalisti lo ignorano.
Qualcuno persino sostiene che non esista.

guzman.

Quanti appunti !
Prima che nascessero i bimbi
non avrei certo pensato che avrebbero scatenato
un fluire cosi grande di pensieri ed osservazioni.
Non pensavo certo che fosse possibile riempire 
varie pagine ogni giorno con riflessioni
collegate con la loro crescita, sviluppo e rapporto con noi.
Sono felice che sia cosi.

Altro video di "ahhohh" ...
Luca nel frattempo è andato avanti con i suoi vocalizzi.
Esegue molti tipi di varianti sul tema di "ahhohh" e "nghè",
componendoli e modificandoli in tutti i modi.
Ogni tanto introduce i suoni "e", "k", "b".  
[Qua c'è un altro video di "ahhohh" di tempo fa]

Dove c'era una pancia ...

 
Grazie ad Elisa.
Elisa mi ha scritto quanto segue.
Volevo ringraziarla perché mi rende felice sapere
sapere che quello che scrivo ha un senso anche per altri.
"Caro Guzman,
oggi volevo proprio ringraziarti per la generosità con cui "ti sei dato"
sia dal punto di vista professionale
(da te ho imparato un sacco di cose da poter fare in classe con i miei ragazzi)
sia dal punto di vista umano,
che poi per me è la stessa cosa;
ormai vi sto seguendo da un pò di tempo
(all'inizio per la matematica ed ora per tutto il resto!)
e ogni giorno un pensierino va a questa bella famiglia che sta crescendo,
sempre in movimento e sempre in discussione.
Condivido un sacco di tuoi pensieri (sono mamma di 3 bimbe),
mai scritti come fai te,
ma sospesi tra testa e cuore ... 
grazie ancora e tanta buona strada!
Elisa"

ciao,
a domani,
guzman.




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