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mercoledì 16 ottobre 2013

Rieccomi

E' stato un inserimento lungo, lunghissimo.
L'inserimento al nido.

Ho temuto più di una volta che non ce l'avremmo mai fatta
a fare andare le cose in un modo soddisfacente per tutti.
Adesso, dopo più un mese, comincio a pensare che possiamo farcela.

E' un percorso strano quello del nido,
dopo che ci sei dentro è difficile uscirne:
se ritiri i bimbi dal nido è un fallimento per tutti,
se ci stanno male è un fallimento per tutti.
Bisogna riuscire.
E non si possono scegliere le modalità.
Si va, si portano i bimbi, si lasciano i bimbi,
si vanno a riprendere.
Non ci sono modulazioni; dopo le settimane di inserimento
non ci sono modulazioni: si va, si portano i bimbi, si lasciano i bimbi,
si vanno a riprendere.

E' un salto grande per tutti.
Dopo due anni interi sempre insieme, la separazione non è facile.

Si entra a far parte della società.
Ci si confronta con la società.
Ci si scontra anche un po' con la durezza della società:
alzati alle otto, vai al lavoro o a scuola, stai li e fai quello che devi fare,
mangia, ... In questo senso dico che non ci sono modulazioni.
Ci si scontra un po' con la razionalità della nostra società
in cui i genitori devono produrre ed i bimbi devono stare a scuola.
E dopo due anni di sogni folli, irrazionali e travolgenti
è difficile ancor più di prima accettare la razionalità,
che comunque non ho mai sopportato.

Avevo bisogno di sapere che quello che abbiamo fatto
non è però un fallimento quando ci si confronta 
con la normalità della società, con la normalità delle cose,
con la normalità della vita di tutti i giorni.
Ho, irrazionalmente, motivo di credere che ci sono i segnali
di un possibile superamento di questa separazione
e di una possibile capacità di affrontare questa società
senza che sia un fallimento. 

Il passaggio cruciale sta nella differenza tra assenza fisica ed assenza psichica.
Per due anni abbiamo cercato di essere molto presenti con i bimbi.
Lo siamo stati sia fisicamente che, speriamo, psicologicamente.
Credo fosse in qualche misura necessario:
un bimbo piccolo ha ancora bisogno di presenza anche fisica.
Adesso, con il crescere della loro socialità,
è arrivato il momento in cui possono differenziare:
l'assenza fisica del babbo e della mamma
non è assenza psichica.
Il babbo è la mamma non sapriscono,
si allontanano fisicamente,
ma quello che sono il rapporto e l'immagine di babbo e mamma non spariscono.

Come sempre, la separazione senza annullamento del rapporto
è l'unica strada sana, l'unica strada che aumenta la realizzazione di se stessi.
E forse possiamo farcela.

____

Eccomi, così, a sorpresa anche per me stesso,
torno a scrivere. Avevo bisogno di lasciare fluire i sogni, i pensieri.
Avevo bisogno di quei piccoli segnali che dicono: stiamo andando nella direzione giusta.
Avevo bisogno di non essere razionale nel mio bisogno di raccontare.
Se torna l'irrazionalità sana posso raccontare ancora tanto.

guzman.



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